Il Manetheren (che nella Lingua Antica significa "Montagna Patria"[1]) è un regno estinto dell'universo immaginario fantasy de La Ruota del Tempo di Robert Jordan.
Geografia[]
Il Manetheren fu uno Stato potente, ma non troppo grande. Il centro del regno era costituito dall'attuale regione dei Fiumi Gemelli, nel regno di Andor, mentre più a sud si estendeva nella Foresta delle Ombre[2] a sud del Manetherendrelle (chiamato oggi dagli abitanti del luogo Fiume Bianco), nella zona oggi occupata dal Ghealdan e nella parte settentrionale dell'Altara: il confine meridionale era costituito dagli antichi regni di Aelgar ed Eharon. Ad ovest era delimitato dalle Montagne di Nebbia e dal regno di Safer, mentre a nord comprendeva anche la zona di Baerlon e Whitebridge fino alla sponda dell'Arinelle (eccetto la città di Aridhol); ad est i suoi confini arrivavano all'Arinelle e al Manetherendrelle, oltre i quali si trovava il Coremanda.
La sua capitale, chiamata anch'essa Manetheren, sorgeva ai piedi delle montagne ed era una città molto bella, infatti fu edificata dai costruttori Ogier, perciò aveva una Porta delle Vie, eretta durante la costruzione della città, ed un Boschetto Ogier (il più bello del mondo ai suoi tempi eccetto quello di Tar Valon[3]). Oltre alla capitale, sono noti solo tre nomi di città del Manetheren: Corartheren (di cui nulla di più si sa), Jara'copan (situata da qualche parte a sud della capitale ai piedi delle Montagne di Nebbia) e Shanaine (che sorgeva dove oggi si trova Jehannah).
Storia[]
Il regno di Manetheren si formò dopo la Frattura del Mondo; fu uno di quelli che strinse il Patto delle Dieci Nazioni, ed a quel tempo era governato da Sorella ay Marena. Poco si sa della sua storia prima delle Guerre Trolloc, ma dovevano esserci dei contrasti tra il Manetheren e un'altra delle Dieci Nazioni, il Safer: sappiamo infatti (la vicenda viene cantata da Jasin Natael agli Aiel ad Imre Stand in una canzone chiamata Il passo di Midean[4]) di una battaglia al passo di Midean in cui re Aedomon del Safer aveva attaccato re Buiryn del Manetheren, e dopo tre giorni di combattimento Buiryn e tutti i suoi soldati furono uccisi.
Durante le Guerre Trolloc, il Manetheren fu uno dei più forti oppositori del Tenebroso e perciò venne chiamato "la spada che non può essere smussata" e "una spina nel piede del Tenebroso". Quando Aridhol, per i consigli che Mordeth forniva al re Balwen Mayel, cominciò ad appassire e a diventare Shadar Logoth, re Thorin al Toren al Ban del Manetheren mandò suo figlio Caar a riconvertirla alla Luce[5]; ma Caar fu imprigionato e, quando riuscì a scappare, fu costretto a recarsi nelle Marche di Confine dove morì.
Il trono passò da Thorin al figlio di Caar, Aemon al Caar al Thorin, l'ultimo dei re di Manetheren. Un'armata di Trolloc attaccò il Manetheren sotto il suo regno mentre il re e il suo esercito erano altrove; essi ritornarono rapidamente in patria, e combatterono contro forze soverchianti per dieci giorni, ma furono traditi dall'Amyrlin Seat di allora, Tetsuan, che era invidiosa dei poteri della regina, l'Aes Sedai Eldrene ay Ellan ay Carlan, e aveva convinto le altre nazioni a ritardare gli aiuti al suo regno. Re Aemon combatté aspramente (nei pressi dell'attuale villaggio di Emond's Field, che da lui prese nome), ma alla fine fu ucciso ed il suo esercito completamente annientato; la regina Eldrene scatenò il suo Potere nel tentativo di uccidere i generali nemici, ma incanalò troppo e distrusse se stessa e la capitale. Dopo questo colpo, il Manetheren cessò di esistere; i profughi, tornati in seguito in patria, rifondarono piccole comunità che sarebbero diventate i villaggi dei Fiumi Gemelli.
Eventi successivi[]
Durante i secoli ci furono diversi tentativi di rifondare il Manetheren, ma fallirono tutti. Nel periodo narrato nei libri de La Ruota del Tempo, Perrin Aybara, dopo essere divenuto lord Perrin dei Fiumi Gemelli, governò la regione sotto il vessillo dell'Aquila Rossa (il simbolo del Manetheren); nello stesso tempo, dopo la battaglia tra gli Aiel e Cairhien, il suo amico Matrim Cauthon rifondò la Banda della Mano Rossa (Shen an Calhar nella Lingua Antica), un corpo speciale dell'antico esercito del Manetheren[6].
Note[]
- ↑ L'occhio del mondo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1133-0; pagine 135-136.
- ↑ L'occhio del mondo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1133-0; pagina 136.
- ↑ L'occhio del mondo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1133-0; pagina 512.
- ↑ L'ascesa dell'Ombra, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1234-4; pagine 605-606.
- ↑ L'occhio del mondo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1133-0; pagina 277.
- ↑ I fuochi del cielo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2007, ISBN 978-88-347-1287-0; pagina 783.
Bibliografia[]
- L'occhio del mondo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1133-0.
- L'ascesa dell'Ombra, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2006, ISBN 978-88-347-1234-4.
- I fuochi del cielo, Robert Jordan, Fanucci Editore (collezione TIF Extra), 2007, ISBN 978-88-347-1287-0.
Collegamenti esterni[]
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